Una delle prime forme di correttore universale è stata inventata nel 1951 negli Stati Uniti da Bette Nesmith Graham, di professione segretaria. Il correttore liquido è apparso in un primo tempo sul mercato in boccette di plastica con un pennellino inserito nel tappo. Tale disposizione presenta però uno svantaggio: il contatto con l’aria durante l’uso favorisce l’asciugatura della vernice ancora non utilizzata, il che richiede la frequente aggiunta di uno specifico solvente. Dopo alcuni anni si sono diffusi i serbatoi di correttore liquido “a pennino”, in cui la vernice bianca usciva solo in seguito alla pressione della punta di uno stilo sulla carta. Ciò riduce il contatto con l’aria prolungando la vita del dispositivo e consente una disposizione più precisa della vernice, ma continua a richiedere l’asciugatura della vernice per procedere alla nuova scrittura. Oggi sono disponibili anche bianchetti secchi a rullo, derivati dai precedenti modelli destinati all’uso con le macchine per scrivere. Sono lievemente più ingombranti ma con tempi di asciugatura nulli, non essendo costituiti da vernice ma da uno strato sottilissimo di materiale bianco adesivo, della larghezza di alcuni millimetri, che viene srotolato sui tratti desiderati con un dispenser.